E SE NON FOSSE COSI’?

Nessuno mi capisce! 

Sono un incompreso!

Lo fa di proposito. Non vuole ammettere che io abbia ragione, eppure è così chiaro, come fa a non vederlo? 

E’ una persecuzione: ce l’hanno tutti con me!

Sembrano frasi che non ci appartengono, distanti dalla nostra realtà. Ma siamo sicuri che sia così? Nessuno purtroppo è immune dal delirio di onnipotenza che dà l’associazione completa con noi stessi. Chi più, chi meno, affronta quotidianamente situazioni del genere. Sono situazioni in cui tutta la nostra percezione si svolge dal nostro punto di vista, vediamo con i nostri occhi, sentiamo con le nostre orecchie e siamo in grado di percepire solo ed esclusivamente i nostri sentimenti che manifestiamo aggressivamente facendo iniziare le frasi con il “tu” del rimprovero: “tu non pensi mai a….; tu hai detto questo senza curarti di me”.

Non riusciamo a guardare noi stessi attraverso gli occhi di chi ci sta di fronte, a dissociarci dai nostri sentimenti, dalle nostre esperienze, a vivere  il mondo dalla prospettiva altrui, ad  avvertire le sensazioni che vive l’altro per capirlo più profondamente. Ci manca la famosa “empatia”, parola che oggigiorno è menzionata dappertutto ma usata in nessun luogo. Le guerre, i conflitti, le menzogne, il razzismo, la povertà non sono forse una conseguenza della mancanza di empatia?
Se riuscissimo a veder il punto di vista dell’altro, a sentire i morsi della fame, della paura, del dolore… come sarebbe il mondo?

Spesso siamo così identificati con noi stessi che non solo non riusciamo ad immedesimarci con il nemico, ma non riusciamo nemmeno ad astrarci dalle situazioni, ad andare in una posizione neutra dove vedere  il mondo da un punto di vista diverso dal nostro e dall’altro. In termini tecnici, questa è la cosiddetta posizione del fantasma: un fantasma che ci osserva mentre discutiamo, con i canali sensoriali tutti aperti, in piena sospensione del giudizio e quindi nella posizione ideale per trovare un compromesso creativo per risolvere i problemi.

Convinti delle nostre argomentazioni, ci ritroviamo a rimuginare sulle nostre ragioni e sui torti dell’altro. Un loop  che condiziona (in peggio) non solo le nostre vite, ma anche di quelli che ci stanno intorno e vivono nel nostro mondo. E’ possibile uscire da questo vortice di negatività e rabbia?

Sì, è possibile! Ovviamente si deve avere almeno la volontà di provare il semplice esercizio descritto di seguito. Un esercizio che per quanto sembri banale, io utilizzo quasi giornalmente per osservare non solo la mia realtà, ma anche le altre che esistono in una determinata situazione. Realtà parallele da cui poter trarre conclusioni oggettive private della soggettività che distruggono l’empatia e rovinano per sempre i rapporti. Così adesso mentre sei su quel divano immerso nei tuoi pensieri a rivivere la scena che ti sta avvelenando la giornata, procurati carta e penna ed esegui questi semplici passi: 

  1. alzati dal divano, tanto non riesci a vedere il film concentrato come sei sul tuo loop mentale. Prendi nota delle tue emozioni attuali, scrivili sulla carta. Non tralasciare nessun particolare, scrivi tutto quello che senti, quello che vedi, cosa vorresti fare;

  2. adesso immaginati di avere di fronte la persona che ti ha suscitato tanto risentimento e mettiti nella sua posizione iniziando ad assumerne i gesti, la mimica e il modo di parlare. Devi personificare il ruolo della persona con cui sei in conflitto e agire come se fossi lui. Piano, piano ti assocerai con l’altro e sarai in grado di vedere te stesso durante la situazione conflittuale. Dopo che avrai sentito e vissuto quello che prova l’altro, prendi nota delle sue emozioni e sentimenti; 

  3. a questo punto assumi la posizione del fantasma. Stai volando e mentre voli, osservi te stesso e chi ti sta di fronte dall’alto provando a rilassarti sempre di più. In questa posizione prendi nota di cosa il fantasma vede e di cosa propone per risolvere la situazione conflittuale. Qual è l´intenzione positiva dell’uno e dell’altro? Di cosa avrebbero bisogno per risolvere il conflitto?

  4. come ultimo passo, ritorna in te e osserva cosa è cambiato. Rileggi quello che hai provato nella posizione dell’altro e del fantasma e prendi nota di come avverti in questo momento quella situazione. Scrivi tutto quello che ti viene in mente. Questa è la realtà che adesso dovrai gestire con il tuo interlocutore. Attenzione però di gestirla nel modo opportuno, la tua anima parla, quindi non nasconderla: ricorda con assertività al tuo interlocutore i fatti che ti hanno contrariato, esprimi la tua emozione, quello che hai sentito ed infine proponi una soluzione vantaggiosa per entrambi. Il famoso “Terreno di Accordo” che dovrai ricordarti di annaffiare per far germogliare i semi dell’empatia.

A proposito, se non avessi tempo o voglia di fare questo semplice esercizio che ti ho appena suggerito, prova almeno a porti questa semplice domanda: “Se tu fossi lui, con il suo vissuto, con la sua realtà…. cosa faresti?”

#Breakyourchains #FrancescoCiaocio #LifeCoach

Image Credit: @alexandrechambon

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